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Giovanni Sciuto

NON È TUTTO ORO QUEL CHE LUCCICA ….ovvero attenzione al FALSO ZAFFERANO

Il colchico d’autunno (Colchicum autumnale L.) è una pianta bulbosa appartenente alla famiglia delle Colchicacee. Il suo habitat ideale sono gli spazi aperti, quali i prati falciati e le radure boschive, soprattutto se caratterizzati da elevata umidità. Il suo fiore ha un aspetto apparentemente simile a quella del croco (Crocus sativus L.), una pianta esotica, da noi coltivata per la raccolta dello zafferano.

L’inesperienza e la superficialità dei raccoglitori, che pensavano di ricavare degli stigmi di zafferano per preparare il caratteristico risotto alla milanese, sono stati la causa degli avvelenamenti. Il colchico, infatti, è una pianta velenosa in quanto contiene la colchicina, un

alcaloide altamente tossico in grado di bloccare la divisione cellulare.

Apparentemente le due specie hanno un aspetto simile, in particolare il colore dei fiori che in entrambe è di un rosa-violaceo di tonalità molto tenue. Tuttavia, se le due piante si osservano con la dovuta attenzione emergono alcuni caratteri distintivi inequivocabili.

Il fiore dello zafferano presenta tre stami, mentre il colchico autunnale ne ha sei. La fioritura avviene in momenti diversi: il colchico fiorisce da agosto a settembre, mentre lo zafferano fiorisce verso la fine di ottobre-prima metà di novembre. Alla fioritura la pianta del colchico è priva di foglie, per cui dal terreno sporge solamente lo scapo fiorale; nello zafferano, invece, alla base del fiore sono sempre distinguibili delle foglie, lunghe una decina di centimetri e larghe pochi millimetri.

Il vero zafferano è una specie originaria dell’Asia minore; da noi è presente solo perché coltivato. In Italia, solo raramente sono stati osservati dei casi di riproduzione spontanea.


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